"Apprezziamo lo sforzo fatto dal Governo con il Decreto Cura Italia" afferma il Presidente Nicola Testa “tuttavia riteniamo sia solo un primo passo al quale altri dovranno seguire. La cosa importante ora è essere tempestivi ed efficaci, così che ogni passaggio sia di immediata e facile applicazione alla realtà. Troppo spesso siamo stati abituati ad azioni che, pur ottime negli intenti, poi si scontrano con forti difficoltà di applicazione, in particolare per un contesto complesso come quello dei piccoli imprenditori, dei lavoratori autonomi e delle micro imprese che ci riguarda da vicino”. “Apprezziamo la Cassa Integrazione per tutti, anche se avremmo preferito non avere obblighi di patti sindacali e non per mancanza di rispetto verso il ruolo che le rappresentanze dei lavoratori hanno nella società”. Continua il presidente Testa “Abbiamo troppa esperienza nella gestione di adempimenti, per non temere percorsi complessi e ancor più difficili per chi ha poca dimestichezza con questo tipo di accordi, rapporti, ecc.. Avremmo perciò visto in modo favorevole una delega alle associazioni professionali datoriali di competenza, che sono certamente più flessibili e conoscono concretamente le diverse realtà. Speriamo poi di non incappare in ulteriori problemi per i blocchi parziali di attività. Se non fosse così, infatti, avremmo molte difficoltà a superare questa fase. Nel nostro settore nessuno ha potuto chiudere definitivamente le proprie attività, per la improrogabile necessità di garantire un presidio costante ai propri clienti, soprattutto in una situazione di emergenza come questa”. “Tra i tanti dubbi che stanno emergendo in queste ore nelle nostre realtà”, continua il Presidente, “vi è il fatto che siamo alle prese con un’interpretazione autentica del DL per comprendere se anche categorie come amministratori e soci operativi siano stati inseriti tra i soggetti beneficiari del contributo per gli autonomi e non tanto per l’importo in sé (quei 600 euro che riteniamo in ogni caso assolutamente insufficienti), quanto per un’uniformità di trattamento e un senso di giustizia che impone di non discriminare nessuno. Vi sono soggetti iscritti alla Gestione Separata, anche obbligati in molti casi alla doppia imposizione, ulteriore stortura del nostro sistema fiscale, che rappresentano una realtà importante e spesso trascurata nel panorama ampio e variegato dell’impresa italiana. Non vorremmo pertanto che tra le tante esclusioni, annidate tra i vari comma e richiami normativi, vi sia anche quella di tali soggetti. A ciò poi si aggiunge il nostro disappunto rispetto al metodo che si vorrebbe usare, quello del click day, che non solo riteniamo ingiusto ma anche discriminatorio, oltre che con tutta probabilità anticostituzionale. Leghiamo l’applicazione di un provvedimento ad un click che per vari motivi potrebbe essere difficile da fare. Una assurdità che auspichiamo venga corretta immediatamente. Anche perché la gravità della situazione è tale da escludere l’eventuale ricorso a uno strumento di questo tipo al fine di contingentare indirettamente le richieste di sostegno, attraverso l’implicita applicazione di un filtro selettivo”. “Positivi gli interventi in favore delle imprese per congelare pagamenti o favorirne rateizzazione, nonchè il supporto al credito”, osserva il Presidente Testa “così come molto importanti sono le azioni messe in campo per sostenere l’indebitamento delle aziende, che si troveranno a fronteggiare un periodo drammatico nel momento della ripresa effettiva. La mancanza di liquidità, che da giorni subiamo, e il rallentamento che inevitabilmente si creerà in conseguenza del blocco delle attività, saranno un ulteriore tsunami da superare”. “Forse avremmo adottato altre regole, fossimo stati noi chiamati a decidere”, afferma Testa. “In particolare, avremmo inserito anche crediti di imposta per tutti coloro che, in attesa dell’approvazione del Decreto e nel timore di non vedere entrare in vigore lo slittamento dei pagamenti annunciato, hanno comunque provveduto a onorare il fisco entro la scadenza del 16/3. Un comportamento in questo momento assai utile all’erario, che forse andrebbe premiato oltre la possibilità di una menzione d’onore sul sito del MEF per attaccamento allo Stato, come dispone una piccola norma dello stesso Decreto. Così come avrebbero potuto essere introdotti altri meccanismi, magari non nella logica del “sussidio” ma dell’incentivo premiale. Taluni incentivi e supporti inseriti nel DL rischiano di arrivare anche a chi non li merita, mentre sarebbe necessario vincolarli alla dimostrazione effettiva di cali, perdite, rischi di chiusura delle attività”. “Presumo di essere una voce fuori dal coro” prosegue Testa “ma il nostro mondo oggi è preoccupato più di come sarà possibile innescare la ripresa che non delle potenziali perdite di fatturato. E forse premiare anche chi guarda oltre l’ostacolo avrebbe fatto bene al sistema.” “Perciò - sostiene Testa - in un momento di grande difficoltà, al di là di uno spirito polemico che ci è assolutamente estraneo, vogliamo auspicare e ribadire che, da questo primo decreto Cura Italia, la stesura delle regole sia concretamente ispirata a una logica di emergenza e che possa così rappresentare un primo importante segnale per avviare un processo di reale cambiamento, per accrescere anche la consapevolezza che l’Italia deve avere di essere il grande Paese che è”. Il Presidente conclude rivolgendo un pensiero alle tante famiglie che hanno perso congiunti, o che stanno attraversando sul piano sanitario e umano un momento di grande difficoltà: “Sono convinto che abbiamo solide basi su cui ripartire e auspico che possiamo ritrovare quell’unità che un Paese dovrebbe dimostrare sempre e non solo nelle occasioni tragiche come quella che viviamo. E confido ancora nel fatto che la politica possa tornare ad essere un terreno di confronto nell’interesse generale e non il consueto e quotidiano stillicidio di parole a cui ci ha in tempi recenti abituato”.
UNAPPA Ufficio Stampa